martedì 7 gennaio 2014

Pollo alla cacciatora di nonna Vera.

Cercando di riprendere le misure di una quotidianità normale, dopo giorni di feste, vacanze e sane dormite, stamattina ho sistemato alcune cose e mettendo in ordine il mio angolino, con i suoi raccoglitori, le sue scatole, i libri, i ritagli di giornali, ricette, progetti ecc ... ho ritrovato un libro che ho "rubato" dalla casa di mia nonna Vera, la mia nonna toscana. 
Nonna Vera, in realtà Antonietta, sposata con nonno Giangio, Angiolino. Lei una verace, dura, brontolona ma con il cuore d'oro,  donna toscana, lui un piccolo fornaio, che ahimè non ricordo, essendo mancato quando io avevo appena compiuto tre anni. 
 Donna semplice, diretta bravissima sarta  e grandissima cuoca. Oltre al sugo di carne che è stato apprezzato tantissimo su questo blog, aveva anche un'altro cavallo di battaglia. Soprattutto per invogliarmi a mangiare, dato che il mio rapporto con il cibo è sempre stato (purtroppo non più ... ) abbastanza difficile. Mangiavo pochissimo, ero spaventosamente magra. E lei per farmi mangiare, perchè non accettava che rifiutassi il cibo,  cercava sempre di prepararmi piatti che mi piacessero. Sto parlando del semplice, magari un pò vintage  e con molteplici varianti  Pollo alla cacciatora.
Nel suo libro che questa mattina ho ritrovato c'era un foglietto, sbiadito, stropicciato e chissà per quale motivo scritto da lei, perchè non ho ricordi di mia nonna che per cucinare seguiva una ricetta. Cucinava tutto ad occhio, sensazione ed esperienza. Forse aveva scritto la ricetta per mia madre, che nonostante le sue origine toscane, come cuoca non ha mai eccelso, a parte per alcune basilari ricette. Però ora si sta rifacendo. I miei figli quando vanno a mangiare da lei e come se entrassero nel miglior ristorante del mondo!!!  
Tornando al Pollo alla cacciatora, anche qui come il sugo di carne, esistono diversi modi per cucinarlo. Questo è il suo e il mio.

Pollo alla cacciatora di nonna Vera.

Nella sua piccola cucina,  il rumore dominante era la mezza luna che con un'energia da fare invidia ai più sofisticati robot da cucina, tritava carote, sedano e cipolla. Fatto il "battutto", lo faceva soffriggere in una pentola con olio extra vergine d'oliva, naturalmente toscano. Quando la cipolla cominciava ad imbiondire, non le ho mai visto bruciare una cipolla in tutti i mesi, gli anni passati nella sua cucina ... metteva a soffriggere le cosce di pollo, passate prima sul fuoco e poi lavate. Dopo qualche minuto versava del vino rosso, sempre di Chianti parliamo, e che altro???
Quando il vino era evaporato buttava la salsa di pomodoro, da lei preparata, aggiungeva sale grosso e copriva la pentola, lasciando cuocere per circa un'ora. Risultato di questa semplicissima ricetta un pollo, morbido, saporito e pronto per essere divorato (almeno era questa la sua speranza) da me ... . Un piatto veloce (anche se la cottura lenta e lunga aiutava a far assorbire al pollo il profumo delle verdure) per noi mamme moderne e sempre in mille faccende affaccendate. 

Quando la guardavo cucinare la sensazione che ancora mi ricordo era quella di una donna nata per preparare pietanze succulente, buone, divine. Qualsiasi cosa preparasse era una goduria, una festa per il palato. Le nonne ...  quasi sempre custodi di ricordi indelebili, importanti e necessari per crescere. 

Buon appetito.

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