mercoledì 11 dicembre 2013

Bibliotecaria.

Una volta alla settimana mi trasformo, insieme ad altre mamme, nella bibliotecaria  della scuola media che ha frequentato l’Adolescente e ora frequenta Beatrice.
Un ex aula , adibita a biblioteca, qualche banco, una scrivania e delle  bellissimi librerie tipiche delle scuole degli anni 60’? Direi di si. Un numero sempre in aumento di libri, romanzi, storie, racconti, saggi. E l’andirivieni di questi bellissimi quasi ragazzi e ragazze che “costretti”  dai professori devono scegliere un libro.
Quante risate alle loro spalle ci facciamo io e le mie amiche mamme .  Arrivano naturalmente in gruppo o in coppia, salutano e se ti conoscono noti  che si sentono più sicuri e  autorizzati a scherzare. Mentre scelgono i libri, sussurrano (che per questa età è un parlare con tono di voce umano, dato che normalmente urlano …), si prendono in giro. Alcuni ci raccontano della verifica appena fatta o di quella che dovranno fare nelle ore successive. Altri s-parlano dei loro professori che li costringono a leggere … Le ragazze arrivano quasi sempre in coppia e molto timidamente ti sorridono e ti chiedono consigli sulla lettura. Alcune ci raccontano che le loro madri le puniscono  perché passano troppo tempo con il cellulare in mano o non leggono abbastanza … e non si rendono conto che di fronte a loro hanno  proprio delle mamme …  Poi c’è l’eccezione … come sempre … un bimbo di prima media. Una bella faccia pulita, due occhi azzurri che sorridono. Parla con noi, si perde in racconti anche personali, come il nonno che sta poco bene. Durante l’intervallo viene a trovarci. E’ questo fatto naturalmente ci sconvolge, perché pensiamo ai nostri figli … l’intervallo passarlo in biblioteca???
Tanti visi, voci, personalità, storie … e quell’odore che è una prerogativa delle scuole … un insieme di ansie, sudore,  lacrime trattenute, piccole gioie, primi amori … e tanta paura . Certo non tutti si possono definire angioletti, ma quando vengono da noi lo sembrano ed è forse  questo che ci fanno tanto sorridere.

“ Tu sei così giovane, così al di qua di ogni inizio, e io ti vorrei pregare quanto posso di aver pazienza verso quanto non è ancora risolto nel tuo cuore, e tentare di avere care  le domande stesse come stanze serrate e libri scritti in una lingua molto straniera. Non cercare ora risposte che non possono venirti da te perchè non le potresti vivere. E’ di questo si tratta: di vivere tutto. Vivi ora le domande. Forse ti avvicinerai così, a poco a poco, senza avvertirlo, a vivere un giorno lontano la risposta."

Lettere ad un giovane poeta.

Rainer Maria Rilke

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