sabato 21 settembre 2013

Le violette.

Volevo scusarmi con voi mie amatissime lettrici ... e anche lettori, vi avevo promesso un caffè, un Signor Caffè, ma ... uffi non sono riuscita ancora a capire come inserire all'interno delle pagine i vari "articoli" dei miei amici super artigiani .. .Ma sò  testa dura ... prima o poi ci riuscirò.

Così ho pensato di regalarvi  una foto ed una storia  ...

Le violette 

 ... amo le violette, piccoli  teneri fiori, forse meno belli di tantissimi altri, ma  che per me hanno un significato particolare. 
Erano i fiori e l'essenza preferita di una delle mie nonne, la mamma di mio padre, nonna Adele.
Il profumo di violetta era il suo profumo, le violette erano sempre presenti sul balcone, essenze di violetta per gli armadi della biancheria, caramelle di zucchero con  forma e  sapore di violetta sempre nelle tasche della sua veste da casa, così lei  chiamava  il vestito che indossava quando era in casa ... e La Traviata la sua opera preferita, spesso la sentivo canticchiare le arie di  Violetta. Che bellissimi ricordi ho di lei, una donna semplice ma  sempre perfetta, pulita, profumata mai un capello fuori posto, mai fuori luogo, con quella dolcezza dura e nascosta che voleva celare perchè non abituata ad esternarla, ma non ci riusciva ... anzi ...
Era la seconda moglie di mio nonno Alfredo, da giovane aveva lavorato in filanda, dove lo aveva conosciuto, era il marito della padrona. E dopo la morte della proprietaria si era innamorata di lui e lui di lei. 
Si sposarono e andarono a vivere in una grande "fattoria", l'azienda agricola di oggi. In quella bellissima casa gialla, nacquero mio padre e mia zia, mio zio era nato dal precedente matrimonio di mio nonno. Mia nonna si occupò della fattoria, degli animali, e a quell'epoca, parliamo degli anni 1935/1940 era veramente un lusso. Una bellissima casa colonica  che io ho conosciuto grazie ai racconti di mio padre, con campi enormi, ruscelli, stagni ... fienile, granaio... E nonostante il grande lavoro da fare, mio padre mi raccontava che lei era sempre perfetta, non aveva studiato, ma era una donna con un fascino particolare, una naturalezza spontanea, parlava il bellissimo dialetto milanese, quello vero. C'è una frase che spesso mi diceva, che mi è rimasta nel cuore e ogni tanto la dico a Beatrice. Quando andavo a trovarla a Milano (dopo la guerra la famiglia di mio padre si trasferì a Milano, zona Paolo Sarpi ...) mi ricordo di noi due in cucina sul piccolo divano dove la sera dopo cena si sedeva con me e mi raccontava della guerra, di mio padre e poi mi accarezzava e mi diceva " che bella pelle murasina che te ghe tusetta mia ... le la mia violetta..." (mi scuso con i milanesi doc per il mio dialetto ... cit)  Traduzione : che bella pelle  liscia che hai piccola mia, è  sicuramente grazie alla mia crema di violetta. Quando ero da lei la sera mi spalmava sul viso la sua crema idratante, una crema che non ho mai più trovato, lei la comprava in una farmacia pazzesca, che naturalmente ora non esiste più ...dopo vari cambi di proprietari e di merce ora naturalmente ...  è un negozio cinese ... grrrrrrr .... grrrrrr .... grrrrr .
Ecco perchè  non posso vivere senza le violette ... ho il profumo alla violetta, la crema corpo alla Violetta e oggi quando sono andata dal mio artigiano della frutta ," l' Azienda agricola Tosi", per comprare  appunto frutta e verdura, ho trovato le violette perenni ... e subito  ne ho comprate 10 piantine ...potevo non farlo???

Quello che vi ho raccontato è un piccolo vissuto della mia infanzia, mi piace l'idea di farvi partecipe di storie legate alle mie nonne, l'una l'opposto dell'altra ma entrambe meravigliose, ognuna di loro con una  propria unica fantastica magia che ... non ho più trovato. 
Alla prossima storia ... 


Nessun commento:

Posta un commento