sabato 24 gennaio 2015

Storia

Buongiorno e buon sabato, oggi voglio raccontarvi una storia che è parte di un sogno, di un vita vissuta e di un'amica.


A te.

Sogno. Realtà.


Di nuovo , sempre, ogni notte. Era la sua festa di nozze con quella morbida meringa bionda. ma era anche la festa per l'ultimo giorno dell'anno. Dove le speranze si annidano fiduciose nel cuore pronte a venire fuori allo scoccare della mezzanotte. Lei era lì con il marito e la sua gatta. Un posto surreale due stanze collegate da un lungo corridoio ed in fondo il mare. Il mare ,compagno e complice delle lore chiacchierate, del loro amore, della loro sofferenza. Lui,  si avvicina e cerca di parlarle, lei è molto arrabbiata con lui sono oramai  tre mesi che è sparito e poi viene a sapere dal suo sogno che si sta sposando. Lui la guarda con  quegli occhi azzurri come il cielo terso della sua terra. "Scusami, non volevo sparire". " Ti stai sposando, è bionda la tua sposa, io sono mora." " Tu sei tu, sei l'arcobaleno dopo la pioggia, lo zucchero filato della fiera di un paese in festa, sei l'odore della neve, sei un giorno d'estate, sei la canzone più bella mai composta, sei il profumo del borotalco, sei ...", "sta arrivando tua moglie". E' quasi mezzanotte, il brindisi, abbracci e baci. Promesse e risate. Lo vede vicino alla donna bionda, l'abbraccia, le sta sussurrando qualcosa all'orecchio. Lei ride, felice. Sembra una pomposa bomboniera, rotonda, morbida e meravigliosa in quel ruolo di protagonista, nel ruolo di sua moglie. E' molto buio fa freddo e la festa è finita. Si ritorna a casa. Non si salutano, non si guardano . Lei gli manda un messaggio dal suo cuore, sa che lo riceverà. Del resto è un sogno, e tutto può accadere. "Buon anno e come al solito mi hai mentito."

Gli occhi percepiscono la luce del giorno, allunga un braccio e sente il corpo caldo di suo marito. Si alza, beve, una sete di acqua fresca , il suo corpo ha sete, i suoi occhi hanno sete. Sta nevicando e all'improvviso è  sicura che troverà di nuovo una busta lilla sullo zerbino di casa sua. 

" Si come al solito ti ho mentito. Io non ti amo perchè sarebbe innaturale e misero solo provare amore per te. Io vivo pensando a te, vivo avendoti dentro di me, respiro respirando il tuo odore, mangio assaggiando il tuo sapore, dormo sognandoti. Siamo anime destinate a vivere  lontane anche centinaia di chilometri, ma sempre vicine. Forse non c'è nessun luogo che possa contenere entrambi. Siamo troppo. In ogni nuvola diversa io vedo te, che mi aspetti con i tuoi capelli  sempre arruffati e ribelli come sei tu. Sono avvolto dal tuo profumo  ogni minuto delle mie giornate. Lo sai, sei il mio sogno. Quindi ti ho sempre mentito, perdonami. Buona anno."

Oggi

Una voce  la chiama, i primi rumori del traffico, un'ambulanza che corre veloce, una lieve carezza. Apre gli occhi, sono bagnati. Lacrime. E si ricorda del sogno e guarda gli occhi che vicinissimi la stanno osservando e sembra vogliano entrare nel suo cuore, nella sua anima e nei suoi pensieri. Occhi che vogliono capire, occhi che la amano ma ora  la temono. Sospira, accarezza quel viso e quella folta barba. Stringe forte la mano che da decenni l'accompagna. E' grata a quegli occhi, a quella mano e a quel viso. Nonostante la sua piccola testa non sia più come quella di una volta, lui è sempre al suo fianco. E all'improvviso sa che sta succedendo di nuovo, sa che fra poco precipiterà ancora in quel mondo sconosciuto dove niente è reale, nessuno è reale. Si rassegna . Guarda quegli occhi e li saluta, dove andrà ora non ci sarà posto per loro, o forse si. Chiude i suoi occhi e all'improvviso tutto scompare, o tutto riappare. Sente la sua voce che grida un no, sente suo marito che bagna la sua mano con calde scoraggianti ed impotenti lacrime, sente che poco a poco il mostro si sta avvicinando e la inghiottirà fino alla prossima luce o forse fino al prossimo sogno. E poi  si sente in colpa per quel fugace pensiero. A volte è persino grata a quel mostro, perchè è grazie a lui che riesce a fuggire in quel sogno e in quelle parole che nonostante l'avanzare rapido e feroce della malattia non scorderà mai. Parole che in quell'attimo ancora di realtà sa che l'hanno sostenuta, spinta, aiutata, amata e avvolta per tutta la sua strana vita. 

A.G.

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