Una
volta alla settimana mi trasformo, insieme ad altre mamme, nella bibliotecaria della scuola media che ha frequentato
l’Adolescente e ora frequenta Beatrice.
Un ex
aula , adibita a biblioteca, qualche banco, una scrivania e delle bellissimi librerie tipiche delle scuole degli anni 60’? Direi di si. Un numero sempre in
aumento di libri, romanzi, storie, racconti, saggi. E l’andirivieni di questi
bellissimi quasi ragazzi e ragazze che “costretti” dai professori devono scegliere un libro.
Quante
risate alle loro spalle ci facciamo io e le mie amiche mamme . Arrivano naturalmente in gruppo o in coppia,
salutano e se ti conoscono noti che si
sentono più sicuri e autorizzati a
scherzare. Mentre scelgono i libri, sussurrano (che per questa età è un parlare
con tono di voce umano, dato che normalmente urlano …), si prendono in giro.
Alcuni ci raccontano della verifica appena fatta o di quella che dovranno fare
nelle ore successive. Altri s-parlano dei loro professori che li costringono a
leggere … Le ragazze arrivano quasi sempre in coppia e molto timidamente ti
sorridono e ti chiedono consigli sulla lettura. Alcune ci raccontano che le
loro madri le puniscono perché passano
troppo tempo con il cellulare in mano o non leggono abbastanza … e non si
rendono conto che di fronte a loro hanno proprio delle mamme … Poi c’è l’eccezione … come sempre … un bimbo
di prima media. Una bella faccia pulita, due occhi azzurri che sorridono. Parla
con noi, si perde in racconti anche personali, come il nonno che sta poco bene.
Durante l’intervallo viene a trovarci. E’ questo fatto naturalmente ci
sconvolge, perché pensiamo ai nostri figli … l’intervallo passarlo in
biblioteca???
Tanti visi,
voci, personalità, storie … e quell’odore che è una prerogativa delle scuole …
un insieme di ansie, sudore, lacrime
trattenute, piccole gioie, primi amori … e tanta paura . Certo non tutti si
possono definire angioletti, ma quando vengono da noi lo sembrano ed è forse questo che ci fanno tanto sorridere.
“ Tu
sei così giovane, così al di qua di ogni inizio, e io ti vorrei pregare quanto
posso di aver pazienza verso quanto non è ancora risolto nel tuo cuore, e
tentare di avere care le domande stesse
come stanze serrate e libri scritti in una lingua molto straniera. Non cercare
ora risposte che non possono venirti da te perchè non le potresti vivere. E’ di
questo si tratta: di vivere tutto. Vivi ora le domande. Forse ti avvicinerai
così, a poco a poco, senza avvertirlo, a vivere un giorno lontano la risposta."
Lettere
ad un giovane poeta.
Rainer
Maria Rilke
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